22 Ottobre 2021
Pochi formaggi al mondo vantano origini così antiche come il Pecorino Romano. Il nome non ha origine dalla località di produzione, visto che il 95% viene prodotto in Sardegna e solo il 5% nel Lazio, ma bensì dalla storia.
Il Pecorino Romano, grazie alla sua lunga conservazione, era già nel 48 a.C. un alimento base durante i viaggi delle legioni romane al punto che fu stabilita una razione giornaliera di 27 grammi per ogni legionario.
Di forma cilindrica con un peso che varia dai 20 ai 35 Kg, la crosta di color bianco avorio o cappata nera, la pasta dura e compatta e il sapore piccante e salato, poco adatto alla tavola, il Pecorino Romano è diffuso in tutto il mondo come formaggio per uso industriale e per insaporire i primi piatti.
Solo negli ultimi anni si è lavorato con l’obbiettivo ambizioso di rendere il Pecorino Romano anche un formaggio da tavola.
In questo Standard Tech può definirsi, senza presunzione, pioniera in quanto ha avuto il previlegio nel 2009 di installare una cella sperimentale ad alta tecnologia per lo studio e il miglioramento del Pecorino Romano presso il più grande produttore italiano.
Il risultato è stato a dir poco eccellente passando dai precedenti 6-7 cicli di salatura agli attuali 3 cicli grazie al microclima ideale che non fa precipitare il sale, elemento questo fondamentale per conferire il colore bianco.
Ciò ha permesso di abbassare la percentuale di sale anche all’interno del formaggio, oltre ad un risparmio economico importante in termini di movimentazione e lavorazione.
Questo risultato ha dato l’opportunità a Standard Tech di acquisire importanti commesse alcune delle quali ancora in corso.